Un muro di Bagdad
Con Un
muro di Bagdad Stefania Carollo ci inserisce nel suo mondo: una
miscellanea di valori realistici e surreali. Partendo, da premesse concrete
quali le strutture architettoniche e urbanistiche , nella fattispecie archi e
finestre moresche, realizza atmosfere intrise di alchimie magiche dove la
bellezza si scioglie in colori alternati a tonalità soffuse e morbide, limpide
e squillanti . La sensibilità femminile si impone con grazia e padronanza sul
mezzo pittorico. L’edificio del dipinto in oggetto, pur se offeso e martoriato
dai bombardamenti della guerra, scandisce con perfetto e preciso ritmo lo spazio
prospettico. Vi affiora un compiacimento alle architetture di Mario Sironi o addirittura,
alle metafisiche Giorgio de Chirico. Il pennello non fa una sbavatura. Tutto è
netto, pulito, esatto. Unico neo è la figura nera dell'uomo che, sulla destra
in basso, sembra uscire dal quadro quasi a sgonfiare o ridimensionare la
guerra. Sembra voler fuggire da essa, disorientato in un mondo tragico e caotico, che ha perso il senso della
misura e, quel che peggio della vita di una sorta di aulico distacco.
Gianfranco
D'Angelo
Torino, 18
Marzo 2006 al SERMIC mostra la pace nel
segno dell'arte

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